COS’ È LA TENDINOPATIA CALCIFICA DELLA SPALLA?
La tendinopatia calcifica è una patologia caratterizzata dalla presenza di depositi calcifici nel contesto del tessuto vitale tendineo.
PERCHÉ SI VERIFICA?
Ciò può verificarsi per due motivi:
a) le cellule tendinee si trasformano in cellule produttrici di calcio per un processo che si chiama "metaplasia" (tendinopatia calcifica);
b) il tessuto tendineo degenera a causa dell’invecchiamento e dell’usura, e successivamente calcifica (calcificazione degenerativa).
Nel primo caso, il deposito di calcio si trova nel contesto del tendine; nel secondo, in corrispondenza dell’inserzione del tendine sull’omero.
Studi epidemiologici hanno dimostrato che le calcificazioni di spalla sono presenti nel 20% dei pazienti con rottura della cuffia dei rotatori, nel 33% di coloro che hanno un acromion di forma uncinata, nel 15% dei soggetti affetti da spalla congelata o capsulite adesiva e nel 6.8% di tutti coloro che hanno dolore alla spalla.
CHI COLPISCE?
La tendinopatia calcifica è più frequente nei soggetti giovani adulti, di sesso femminile, dediti ad attività lavorative domestiche o manuali (41% nelle casalinghe, 10% nelle segretarie). Le donne sono più colpite rispetto agli uomini nell’età compresa tra i 40 e 50 anni, specialmente il lato destro, mentre bilateralmente nel 20% dei casi.
DOVE SI LOCALIZZA?
Per quanto concerne la localizzazione il tendine più colpito è il sovraspinoso, seguono in successione il sottospinoso, il piccolo rotondo e il sottoscapolare, coinvolgendo a volte il capo lungo del bicipite; anche la borsa sottoacromiale può essere coinvolta, più spesso nella fase di riassorbimento.
Clinicamente la patologia evolve attraverso tre sta di: acuto, sub-acuto e cronico. Il dolore acuto è in genere dovuto allo spasmo muscolare e a un’eventuale rigidità della spalla, può accentuarsi durante la notte e coinvolgere il capo lungo del bicipite. Il dolore viene percepito in corrispondenza della faccia anteriore o laterale della spalla, non si irradia oltre il gomito e non si estende al collo. Il dolore si acuisce durante il sollevamento del braccio. Generalmente la mobilità della spalla è ridotta. E’ evidente come la tendinopatia calcifica simuli i sintomi causati da una sindromeda attrito sottoacromiale o da una rottura della cuffia dei rotatori.
QUALE È LA DURATA DEI SINTOMI?
La calcificazione segue un suo ciclo evolutivo. Ad ogni fase di questo ciclo corrisponde un differente quadro clinico. La prima fase è definita di "metaplasia fibrocartilaginea". Seguono le fasi "formativa", "calcifica", "di riassorbimento" e "di ristrutturazione". Tranne la prima, sono tutte potenzialmente responsabili di dolore. La fase di "riassorbimento" è la più dolente. La durata di ciascuna fase non è nota. Generalmente le prime due fasi possono durare oltre 13 mesi.
QUALI ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI SONO NECESSARI?
La diagnosi si esegue mediante radiografie nelle proiezioni antero-posteriore vera e outlet view che permettono, oltre alla localizzazione della calcificazione, anche di valutarne la fase in cui si trova (aspetto a “NUBECOLA” o ”DENSO”). Per una più precisa localizzazione e una valutazione più attenta della struttura ci si può avvalere dell’ecografia, molto importante anche ai fini del follow up. La RM non è utile per documentare ulteriormente la calcificazione ma può comunque evidenziare eventuali lesioni di cuffia associate. Le calcificazioni di fatto non sono tutte uguali ma si differenziano per localizzazione, dimensione, forma e nitidezza del contorno. Tali caratteristiche aiutano l’ortopedico a capire in quale fase del ciclo evolutivo si trova la calcificazione.
TRATTAMENTO
Terapia medica: l’obiettivo della terapia è risolvere in fase acuta lo spasmo della muscolatura, ridurre il dolore e prevenire la rigidità articolare. Ma nei casi in cui pazienti sono resistenti a tale trattamento, per quanto tempo è necessario insistere prima di passare all’atto chirurgico? A tal proposito i vari Autori suggeriscono un periodo medio di 1 anno in cui radiograficamente non varia la morfologia del deposito calcifico.
Se la fase è quella del "riassorbimento" ed il dolore non è particolarmente intenso, è preferibile perseverare con il trattamento conservativo:
· Terapia antalgica
· Ultrasuoni
· Ionoforesi con EDTA
· Manipolazioni se vi è associata rigidità articolare
· Laserterapia
Se la fase è quella "formativa" e non c’è stata una remissione dei sintomi con il trattamento conservativo vi può essere indicazione ad effettuare infiltrazioni di cortisonici, che danno spesso ottimi risultati.
Terapia cruenta: Il lavaggio della borsa sottoacromiale va eseguito in anestesia locale, prevalentemente nella fase colliquativa. Il 61% dei pazienti esprime soddisfazione con questa forma di terapia cruenta. Trattamento chirurgico artroscopico (inserimento di una telecamera a fibre ottiche e di strumenti chirurgici attraverso alcuni fori praticati attorno alla spalla) con l’obiettivo di asportare in toto la calcificazione e suturare eventualmente la lesione tendinea creatasi a seguito dell’asportazione della calcificazione. Il trattamento chirurgico garantisce una risoluzione dei sintomi nel 72% dei casi ed una attenuazione nel 12%. Nel restante 16%, i sintomi regrediranno nel tempo seguendo un’ evoluzione naturale
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